martedì 20 ottobre 2009

Facebook

cioè la morte. Cioè il tutto. Cioè il tutto con dentro il niente, ma che alla fine è sempre il tutto.
Non so neanche essere cattiva con un posto che, volente o nolente, mi ha cambiato la vita. E non scherzo perchè è praticamente là dentro che ho conosciuto una persona esseziale nella mia vita. E poi l'appuntamento dopo, a Prato, con lui che mi aspetta appena fuori casa, io che arranco agitata a causa del suo anticipo di un quarto d'ora.
E dal giorno dopo la mia vita che cambia, velocemente, sempre di più.
Chiaro ora, cosa intendo, quando dico che non posso essere cattiva? ok, ultimamente il portatile ha assunto il ruolo dominante nei luoghi pubblici, non sfogli il quotidiano sul treno, ma stai col pc sulle gambe e lo sguardo accigliato.
E adesso una foto in cui sembri decisamente ORRENDO non la prendi più con un sorriso rassegnato, ma la cancelli subito perchè c'è una cosa chiamata tag che fa venire i brividi solo a sentirla pronunciare.
Però se adesso sono occupata ad essere una persona migliore se adesso sono cambiata, o sto cambiando, o sto cercando di rendere felice qualcun altro che non sono io, è un pò merito anche di facebook.
Va da sè che ormai i test sono storia lontana e il mio favoloso record a Biotronic è stato surclassato da non so più quante persone. Ma Pet Society è Pet society e ogni tanto mi piace ancora controllare le cavolate superfantastiche in vendita da Luxury.
E Restaurant City tira fuori il (sepoltissimo) cuoco che è in me.
E poi c'è la gente.
Va bene, qualcuno mi sta sul cazzo lo ammetto. Ma è così anche nella vita di tutti i giorni no? sarai sempre circondata da gente che non ti piace.
E allora puoi dire: va bene ma almeno su facebook dovrei poter scegliere di non circondarmene.
Personalmente ho appoggiato da tempo la teoria "conosci il tuo nemico"
E poi sono curiosa verso il mondo in maniera troppo maniacale per lasciare vincere rancori vari. Insomma, devi proprio essere una merda perchè non ti accetti.
Mi perdo nelle foto della gente, mi diverto a citare canzoni nell'intitolare gli album fotografici, cerco i gruppi più infognati e mi scaldo un pò dentro, nel vedere ad esempio, quanta gente, come me, adori un certo libro, oppure sia abituata a leggere le etichette dei prodotti sul wc. Mi sento meno rara con ciò... e sicuramente non unica. Ma anche meno sola.

Insomma alla fine se il prezzo da pagare è un rinnovato, feroce, odio per i bimbominkia e le loro k invece di ch, ce la posso fare.

Al limite mi accontento di Twitter che richiede meno attenzioni.

lunedì 27 aprile 2009

C'è tempo

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.
(Ivano Fossati)

venerdì 9 gennaio 2009

cazzata varia


Ahah, la paranoia e il raffreddore mi fanno male! riapro la cartella del vecchio computer denominata "Cazzate varie" e trovo queste perle, degne di non andare perse. E poi scopro gruppi stupendi che magari avevo sempre ignorato e che adesso mi hanno ipnotizzata con le loro voci, o sonorità (o entrambe) in pochi giorni: i Perturbazione, Patrick Wolf (che tante volte la Tatiana mi aveva consigliato e che io avevo ammirato, ma su cui non mi ero mai molto concentrata), Rufus Wainwright e altri piccoli e grandi nomi della musica.
Mamma mi parla mentre scrivo, del resto sono in camera sua...comunque mi deconcentra

Mentre i Baustelle raccontano le vacanze dell'ottantatre, rubo una rivista dal salotto, un pacchetto di fazzoletti (ormai lo smalazzamento è a fine, basterà), una mezza tazza di tè verde dal pentolino in cucina e mi preparo all'ennesima notte in bianco.