venerdì 15 agosto 2008

nonsense

Ho ripreso a scrivere. Non so perché, ma sento mille parole, mille storie che vorticano nella mente e non posso più permettere che fuggano. Quindi scrivo. La casa è tutta mia, il posacenere vicino, la birra gelida in un bicchiere accanto, la musica di Tom Waits che spinge le dita sopra i tasti. Da una settimana almeno ascolto solo Nina Simone, Amy Winehouse, Billie Holiday, Elvis Presley. E Tom, appunto.
Murakami, in appendice a Tokyo Blues scrisse che aveva completato la sua opera ascoltando i Beatles e che quindi il romanzo era scritto con la loro collaborazione. In effetti è così: la musica conta e la testa è tutto. Ok, ora sto entrando in un mondo in cui dirò tante cazzate, perché...non sempre ha senso quello che scrivo. Le idiozie senza senso le tengo per me, non le pubblico mai sul blog. A Giugno avevo ripreso a scrivere e ciò mi ha quasi rovinato la carriera scolastica. Sembra strano, ma il motivo è semplice e terribile, ovvero che, per quanto ami scrivere, lo odio. E' terribile perché apre le ferite, fa sanguinare riporta a galla emozioni spente o inabissate. Scrivere per me è sempre un'esperienza dolorosa e necessaria e quando ci riesco non sono mai libera. Guardo le mie parole e mi chiedo da dove è uscito tutto quello, dove lo nascondevo fino ad allora? D'Annunzio, grandissima testa di cazzo, vero, ma anche passionale in tutto ciò che faceva, disse ciò che sto tentando di esprimere adesso in maniera molto più chiara di chiunque altro: "Sei un artista? Allora soffri"
Non mi considero un genio, non lo sono e probabilmente non sarò mai nessuno, ma ho il cuore senza pace e sento il dolore di chi deve creare qualcosa e sta male, ma non può evitarlo e, quindi stringe i denti e soffoca le lacrime: sembra assurdo e esagerato ma è così. Quando a Giugno feci due settimane di assenza da scuola stavo tutte le mattine al mio bar da forca a scrivere, con un dito di caffè ormai freddo nella tazza. Poi continuavo a casa, in biblioteca, la notte il giorno. E stavo male, bevevo troppo, non parlavo con nessuno, ignoravo e lasciavo spegnersi il cellulare.
La conclusione a questo delirio è che ora scrivo di nuovo. Non importa cosa. E' qualcosa che ha bisogno impellente di uscire, tutto qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E io ti incoraggio a farlo uscire!!Perché sei brava,se non tiri fuori queste cose te nessuno può farlo.
Tu ce l'hai il *dono*,fallo fruttare,anche se ciò vuol dire sofferenza...
Sì è vero,forse dietro l'arte c'è una bella dose di dolore ma penso anche che essa stessa sia terapeutica in sé,no?

By the way,ottima scelta Tom come colonna sonora <3

Tanti baci alla mia piccola scrittrice *hugs*
Tati
PS Sono stata assente da questo posto un bel po'...devo rimettermi in pari!